Mudgazine – Intervista a Michela Redaelli 23 Marzo 2022 – Categoria: Mudgazine – Tags: intervista, Michela Redaelli, owa team
In occasione della prima tappa della Hell’s Series 2022 abbiamo inaugurato il nostro progetto editoriale. Mudgazine è la prima rivista italiana che parla di Hell’s Race e Obstacle Race.
Inaugura la prima intervista doppia della Hell’s Race Michela Redaelli, Miki per le OCR, comasca di nascita ma cuore lecchese e felicemente Capricorno ascendente Capricorno. Tra un allenamento alla OWA – Ocr Wild Arena di Melzo e un altro al OCR and Fun Park di Galbiate sta ultimando il suo percorso quinquennale in Osteopatia ed è laureata in Scienze Motorie.
Qui la versione integrale dell’intervista pubblicata sul nostro Mudgazine.
Quale è stata la tua prima OCR? Raccontaci un po’ com’è andata e cosa hai pensato dopo aver superato la finish-line.
La mia prima gara OCR è stata l’Expo Run a Mantova nel 2019. Non avevo mai gareggiato prima, né mi ero particolarmente allenata sugli ostacoli. Se oggi pratico questo sport è “colpa” del mio ragazzo che mi ha fatto avvicinare a questo mondo di pazzi. Di quella gara mi ricordo la curiosità: ero sì concentrata sulle mie buffe performance, eppure non smettevo di osservare gli altri atleti. Perché è così che si cresce.
Data la mia scarsa, se non inesistente, esperienza OCR, il buon Massimo ha deciso di iscrivermi fin da subito ad una gara competitiva di 10km. Magari per la maggior parte degli sportivi 10km non sono molti, anche io adesso inizio a “schifarli” meno, però al principio per me era un’impresa epica. Ho avuto, infatti, molte problematiche generiche quando ho ripreso ad allenarmi sulla corsa, che ancora oggi ritrovo, però lo spirito è diverso. Di quella gara mi ricordo l’adrenalina, il ritorno a gareggiare dopo tanti anni (ho avuto un bel passato da agonista), e la determinazione; si perché nonostante i miei disagi fisici quella gara l’avevo, in qualche modo, portata a casa. Ah da non dimenticare uno degli aspetti che amo di più in generale, ovvero la curiosità: ero sì concentrata sulle mie buffe performance, eppure non smettevo di osservare gli altri atleti. Perché è così che si cresce ancora di più, allenandosi ma soprattutto osservando la tecnica, l’approccio degli altri compagni di gara. Mi ricordo benissimo l’ultimo tratto di gara: come ostacolo finale c’era un multi rig. Una “cosa” per me assolutamente impossibile in quel momento da superare, infatti me lo ricordo alla perfezione. Ho superato la finish line stanca morta, ma con il sorriso, promettendo a me stessa che quel maledetto multi rig non sarebbe più stato un ostacolo infattibile, e che, guardando con grande ammirazione gli atleti che venivano premiati, prima o poi sarei salita anche io sul quel podio!
Qual è stata la tua prima Hell’s Race? Se hai partecipato a più nostre gare qual è che ti è rimasta più nel cuore e perché? Non vale quella in cui hai fatto podio 😉
La mia prima gara Hell’s Race, e allo stesso tempo quella che mi è rimasta più nel cuore, è stata quella a Sella Nevea. Dopo un anno di Covid, e quindi di stop da tutto, la Icebreaker è stata uno spiraglio di luce. L’abbiamo scoperta per caso e non abbiamo esitato ad iscriverci nonostante le oltre 4h di viaggio. Io amo la montagna, soprattutto con la neve, e quando siamo arrivati al campo gara rimasi sopraffatta oltre che un’immensa adrenalina, dato che era la mia prima gara OCR competitiva seria e la mia prima gara sulla neve, da un’immensa gioia. 3..2..1 e via! Mi sono divertita da matti, soprattutto mentre correvo/scivolavo in discesa sulla neve sotto il sole luminoso (mi sentivo un capriolo pazzo e felice). Una bellissima esperienza, tanti ostacoli nuovi e mai fatti e tante soddisfazioni. Praticamente è stata la mia “Gara Start”: assolutamente indimenticabile!
Se avessi, in questo momento, gli organizzatori qui davanti, quale consiglio daresti per migliorare le nostre gare? Quali aspetti della gara modificheresti o qual è secondo te il fianco scoperto della Hell’s Race? Giurin giurello che non ti censuriamo…
Giuro, non per fare la “lecca culo”, ma se devo paragonare la Hell’s Race con le altre gare OCR, voi siete avanti anni luce, soprattutto sulla parte marketing e organizzazione generale pre, durante e post gara. Davvero impeccabili, si vede che ci mettete proprio l’anima nei vostri progetti! Sinceramente ora come ora a mio parere non ci sono aspetti da modificare. L’unico sarebbe stato la possibilità di proporre delle gare con location più accessibili, ma già quest’anno vedo che avete risolto 😉 grandi!
Raccontaci un aneddoto gara che ti è capito.
Di aneddoti da raccontare ce ne sarebbero molti. Uno che mi ha fatto molto sorridere è stato alla Spartan Race di Maggiora nel 2020. Una gara stile percorso militare vero e proprio dove i protagonisti principali erano il fango e la pioggia; ciò, di conseguenza, ha reso infattibili alcuni ostacoli, soprattutto di sospensione… non aggiungo altro, se non quanti Burpees! Ma la parte divertente arriva circa a metà/fine percorso: una discesona in un bosco con sassi e radici che, in quell’occasione, era diventata uno scivolo fangoso, ma anche una pista di bowling. Ovviamente era impossibile correre, l’unica possibilità per scendere era di scivolare rannicchiati con il sedere per terra, usando le mani come motore e i piedi come freni. Lascio a voi immaginare! Ricordo che era una gara, perchè rallentare e non accelerare? Appena, infatti, si prendeva velocità fermarsi diventava quasi impossibile. Le uniche urla che si sentivano in quel tratto erano “Pistaaaa! Spostatevi!” Com’è finita? Gente che si scontrava ma, soprattutto, pantaloni bucati dai sassi e tanti, ma tanti (compresa me), sederi in vista. Alla finish line nessuno si è salvato, giuro! Oggigiorno ho ancora la pezza su quei pantaloni. Ripeto, tanti feriti, ma allo stesso tempo tante risate per quello scivolo di birilli umani.
Cosa ti aspetti quest’anno dalle OCR italiane?
Un format gara con delle regole precise, che valgano per tutte le gare e soprattutto per tutti gli atleti; oltre che a giudici competenti e coerenti.
Cosa pensi di questa Mudgazine della Hell’s Race?
Penso che sia un’ottima idea, per avvicinare sempre di più atleti e non solo al mondo OCR in tutti i suoi aspetti. “La conoscenza è un tesoro, ma è la pratica che apre le sue porte” (Paula Oly). Voi con questo Mudgazine siete la pratica, la concretezza di un mondo ancora poco conosciuto.
Se tu fossi un ostacolo, quale saresti e perché?
Sceglierei di essere il giavellotto/martello: ostacolo che non richiede molta fatica fisica eppure è un mix di tecnica e fortuna (o “culo”); un ostacolo o tutto bianco o tutto nero. Se lo centri al primo colpo ti senti invincibile e super gioioso. Se sbagli vieni sopraffatto da un senso di odio e nervoso e il tuo unico pensiero è: “no vabbè salto, mi arrampico ovunque, sollevo kg e kg ecc e poi ?! sbaglio il giavellotto/martello!” Bene, ma non benissimo 🙂
Quando un amico ti chiede che sport fai. Vediamo come glielo spieghi in poche parole.
Uno sport da pazzi! Uno sport in cui devi correre e superare vari ostacoli, uno diverso dall’altro, e ciò ti porta ad allenare più skills contemporaneamente: corsa su diversi terreni, forza, grip, equilibrio, agilità… una storia bella e infinita.
Quale ostacolo ti ha messo più in crisi alla Hell’s Race? Specifica anche la gara e anno.
La Fortezza a Osoppo nel 2021. I maledetti tubi/denti che girano a fine gara. Mi stavo giocando il podio assoluto fino a quell’ultimo ostacolo di sospensione a 100mt dalla fine, dove sono stata ferma praticamente un’ora e senza concluderlo (ahahah, maledetti!)
Come nei contest social. Tre nomi di atleti che vorresti venissero intervistati.
Ambra Pastori, Jessica Corrain e Viviana Marri (n.d.r. sarai prima o poi accontentata).