L'EVOLUZIONE DELLA HELL'S RACE IN SINTESI 27 Maggio 2022: un nuovo approccio alla Obstacle Race

  • Tentativi illimitati su tutti gli ostacoli: rig, equilibri, scavalcamenti, … cercando di ridurre al minimo i tempi di attesa.
  • 3 bracciali sia per i competitivi che per gli open con una classifica finale basata sull’effettivo ordine di arrivo.
  • Penality loop finale con trasporto, standardizzato, testato e uguale in ogni gara per recuperare i bracciali persi.
  • Penality loop direttamente sugli ostacoli che richiedono uno sforzo fisico maggiore per non avvantaggiare chi ha un maggiore allenamento sulla corsa e non sugli ostacoli.
  • Multi rig tecnici ma modulabili per non demotivare gli open.
  • Stop burpees.

Un esempio di situazione gara. Sono a uno dei multi rig. Dopo il primo tentativo, nonostante ho la possibilità di riprovarlo più e più volte, mi rendo conto che non è alla mia portata e riportarlo significherebbe affaticarmi ulteriormente. Decido di farmi tagliare un bracciale. Il Giudice e affronto un piccolo penality loop con con trasporto sul posto permettendo a un altro atleta più preparato di me, e non solo sulla corsa, di prendere un piccolo vantaggio. Terminato il penality loop sull’ostacolo continuo la gara con un bracciale in meno. Arrivo alla slack-line, ostacolo obbligatorio, e dopo tre tentativi lo supero; nessun penality loop e posso proseguire. Al campo gara, dopo l’ultimo ostacolo a tentativo multiplo, affronto il penality loop finale con trasporto che mi permette di recuperare i bracciali persi (un giro per ogni bracciale) e posso superare la finish line con 3 bracciali e il tempo ufficiale che decreterà la classifica.

In questa situazione avrò perso tempo e mi sarò affaticato, non solo le gambe, con il penality loop sul multirig e nel penality loop finale standardizzato.

HELL'S RACE 3.0: 3 PUNTI CHE VOGLIONO RIVOLUZIONARE LE OCR HR 3.0 ci abbiamo sempre creduto, abbiamo sempre cercato di farlo, lo faremo

Cambiare non vuol dire sbagliare, significa per noi rivoluzionare, migliorandosi. Hell’s Race 3.0 è la caparbietà di credere in ciò che facciamo, creando occasioni di dialogo e confronto, ascoltando tutti sia gli atleti competitivi che gli appassionati di Obstacle Race. Un unico obiettivo: far crescere questa disciplina, adottando un regolamento che non sia un limite per nessuno, coinvolgendo un pubblico sempre maggiore.

Difficile creare un modello che porti un valore aggiunto agli atleti competitivi, agevoli gli organizzatori, non crei sterili polemiche e non spaventi gli “open”. Come organizzatori ci siamo trovati spesso a valutare le soluzioni adottate da altre gare valutando gli aspetti positivi e le criticità, e pensando a valide alternative che rispettino ogni singolo iscritto ai nostri eventi che siano da stimolo e non da deterrente.

Adotta, adatta, migliora sono i principi da cui nasce Hell’s Race 3.0. 3 punti per rivoluzionare le Obstacle Race nati da riflessioni interne e dal confronto con vari OCR addicted tra i quali Federico Rodà che ha “chiuso il cerchio” proponendoci uno dei punti essenziali di questo progetto.

3 BRACCIALETTI / TENTATIVI MULTIPLI / PENALITY LOOP SULL'OSTACOLO Eliminare la fatalità, valorizzare l'ostacolo limitando le problematiche

I 3 bracciali tutelano gli ostacolisti. Le Obstacle Race non sono gare di corsa dove primeggia chi copre la distanza nel minor tempo, ma competizioni dove l’allenamento e la tecnica per superare gli ostacoli deve essere parimenti valorizzata. La penalità, quindi non può essere un escamotage o una strategia, ma uno svantaggio in termini di tempo e deve almeno equiparare lo sforzo fisico necessario al superamento della prova.

Il tentativo singolo e il bracciale unico penalizza l’atleta preparato vittima di situazioni imprevedibili, come quelle meteorologiche, semplici distrazioni o fatalità e chi non è naturalmente dotato: un quarter pipe, ad esempio, è insuperabile per chi non ha leve lunghe. “Madre Natura” non può essere un discriminante.

Il tentativo multiplo è democratico e formativo. È inaccettabile venir duramente penalizzati per non aver superato un’ostacolo al primo tentativo. Le Obstacle Race sono eventi non si possono garantire uguali condizioni ad ogni partecipante. Il meteo, infatti, è un fattore imprevedibile e penalizzante. Uno stesso ostacolo in pochi minuti, perché bagnato, è oggettivamente più complicato. Altri fattori che non assicurano lo stesso standard per ogni atleta sono, ad esempio, la presenza del fango con i primi atleti avvantaggiati, linee dei rig leggermente differenti o campanelle finali non allineate; nel peggior dei casi giudici distratti o mal formati. Riprovare un ostacolo mette l’atleta esperto allenatosi per superarlo nella condizione di avere ulteriori tentativi che comunque lo penalizzano sul tempo finale.

Per gli open e parte dei competivi il tentativo multiplo è comunque formativo, permette infatti di maturare esperienza e visone d’ostacolo, elementi fondamentali nelle OCR. Offre la possibilità di provare più e più volte prese e passaggi mai affrontati prima, nemmeno in allenamento.

Il penality loop sull’ostacolo è a prova di errore e non disincentivante. Decretiamo la fine dei burpees, penalità praticamente impossibile da controllare e valutare. Gestire questa penalità richiede un elevato numero di “controllori” e/o sistemi di controllo come i filmati. Nonostante questi valutare il gesto tecnico di una serie elevata di burpess è una missione impossibile quando si deve redigere una classifica in tempo reale o pochi minuti dopo la conclusione dell’evento.

Non ci si può allenare a fare i burpees ma a superare le prove. Spesso, specialmente gli “open” si preparano più nei burpees che nel superamento dell’ostacolo. Non deve essere questo l’obiettivo. Inoltre per un’atleta non competitivo terminare una gara dopo un elevato numero di burpees può essere un “brutto ricordo” che non lo invoglierà a iscriversi nuovamente. Bisogna saper scindere tra chi è un atleta, chi lo potrà diventare e chi vuole semplicemente divertirsi mettendosi comunque in gioco.

Una prova aggiuntiva come il penality loop direttamente sull’ostacolo, abbinandolo magari ad un trasporto, richiede comunque uno sforzo fisico; è alla portata di tutti i partecipanti; è a prova di errore di valutazione o di “furbetti”. Per gli organizzatori, il penality loop su alcuni ostacoli, comporta un ulteriore piccolo sforzo per individuare i punti più idonei nel posizionare il tracciato aggiuntivo o penalità similari ma sarà un valore aggiunto apprezzato da tutti.

Il penality loop dovrà essere parimenti stancante. La penalità, infatti, dovrà richiedere uno sforzo uguale o superiore a quello necessario per il superamento dell’ostacolo interessato, coinvolgendo gli stessi distretti muscolari. Un allungamento del tracciato rimarrebbe comunque vantaggioso per i velocisti; un trasporto, invece, andrebbe ad affaticare l’atleta, simulando lo sforzo che avrebbe dovuto sostenere sull’ostacolo, aggiungendo secondi al tempo finale.

PENALITY LOOP FINALE Una classifica finale basata sui tempi di arrivo che valorizzi l'atleta completo

I vantaggi del penaliy loop finale standardizzato. In alcune gare OCR, il penality loop finale, viene già adottato e permette di recuperare i bracciali persi così da arrivare tutti alla finish line secondo l’ordine di arrivo superando il limite dei 3 bracciali con classifica in base al tempo e al numero degli stessi. L’aspetto che non ci convinceva della soluzione fino ad oggi adottata, era il fatto di abbinare il penality loop finale al tentativo singolo sugli ostacoli per le ragioni elencate sopra.

Nella nostra nuova visione, che speriamo venga condivisa e supportata da altri organizzatori, abbiamo integrato e adattato vari aspetti già presenti nelle Obstracle Race, escludendone altri.

Rimane fondamentale definire i requisiti minimi del penality loop finale che deve essere uno svantaggio reale e non un’opportunità che premia gli atleti più veloci. Chi partecipa, specialmente da competitivo, ad una Obstacle race deve essere un’atleta completo sia nella corsa sia nel superamento delle prove. Questo nostro nuovo regolamento vuole andare in questa direzione.

Chi gioca di strategia sugli ostacoli, preferendo la penalità al superamento dello stesso, dovrà sostenere prove alternative, sia sul singolo ostacolo che prima della finish line, che aggiungeranno secondi preziosi al tempo finale e lo obbligheranno comunque a uno sforzo fisico che graverà sulle prove successive che dovrà affrontare.

Importante che il penality loop finale rientri in uno standard minimo. Per questo motivo l’abbiamo fatto testare ad atleti competivi non a riposo ma a termine di una prestazione sportiva da gara per ricreare una situazione il più verosimile possibile.

Da tale analisi abbiamo stabilito che il penality loop minimo deve avere le seguenti caratteristiche ma può essere incrementato scegliendo percorsi con dislivelli, terreni irregolari, fangosi sabbiosi, … e la presenza di uno o più trasporti e ostacoli aggiuntivi.

Distanza del penality loop: 800 metri
Peso del trasporto uomo: 30 kg
Peso del trasporto donna: 20 kg

L’atleta che dovrà concludere un penality loop finale per ogni bracciale da “recuperare”.

In questo modo il tempo medio per concludere un penality loop con queste caratteristiche (in fase di test), a seconda della gara affrontata e del livello dell’atleta, dovrebbe essere di circa 7 minuti. Una penalità che dovrebbe portare tutti gli atleti impegnati in gara a tentare più volte gli ostacoli a tentativo multiplo valutando i pro e i contro nell’affrontare il penality previsto sull’ostacolo e quello finale.

OSTACOLI TECNICI MA MODULABILI PER GLI OPEN È necessario aumentare la difficoltà degli ostacoli mantenendo alta la motivazione degli open

Stessi ostacoli: tecnici per i competitivi e affrontabili dagli “open”. È sempre stato uno dei nostri focus. Riuscire ad organizzare una Obstacle Race con ostacoli sfidanti per i competivi e a misura di “open”. Un compromesso apparentemente impossibile da ottenere per diversi aspetti. Il primo logistico: avere un numero adeguato di ostacoli, specialmente i rig, per riservarne alcuni ai soli competivi. Il secondo etico: escludere alcuni iscritti da alcuni ostacoli solo perché iscritti in “open” etichettandoli così “incapaci” senza dar loro l’opportunità di mettersi alla prova. Di contro la reale possibilità che non partecipino più a una Hell’s Race ritenendola “troppo estrema”.

Abbiamo valutato diversi aspetti e oggi abbiamo deciso di provare a intraprendere questa strada.

Ostacoli che cambiano durante la gara. Inizio gara. Partono i competitivi. Ostacoli in sospensione tecnici a tentativo multiplo, senza piattella di sosta o tirolesi per evitare di riposare  cerando code nonostante le corsie dedicate al primo tentativo. Corde tarzan secondo una logica che non crei colli di bottiglia sugli ostacoli. Questa scelta potrebbe anche significare ostacoli con 3 o 6 linee per gestire anche un numero elevato di partecipanti. Eliminare determinate tipologie di prese alza il livello di difficoltà dell’ostacolo che diventa a tutti gli effetti un ostacolo ninja.

Partono i non competitivi, con una pausa dai competivi di almeno 30 minuti. Sui rig giudici preparati o personale dedicato che aggiungono piattelle di sosta o tirolesi al posto di alcune prese creando così una successione di prese gestibile per gli “open” che, facilitati, possono provare e riprovare l’ostacolo divertendosi. In questo modo gli open non si sentiranno discriminati e termineranno la gara avendo provato tutti gli ostacoli, avendo goduto di un’esperienza formativa, e non di un insuccesso dato dall’elevato numero di ostacoli tecnici e difficili per i quali ci vuole un allenamento specifico e motivazioni che potrebbero arrivare dopo una OCR strutturata in questo modo.